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Milano dopo la Brexit sogna di diventare la City d’Europa
La citta' spinge per accogliere le istituzioni finanziarie in arrivo da Londra e il governo prepara un disegno di legge per favorire la candidatura del capoluogo lombardo.

Positivi anche i cittadini, che sostengono la corsa di Milano.

Arriva nuovo carburante per la corsa di Milano a diventare la nuova City dell’Europa dopo la Brexit. A spingere per la candidatura del capoluogo lombardo a nuovo distretto finanziario del vecchio continente è la Commissione Finanze della Camera. È in corso di elaborazione un disegno di legge che garantirà strumenti fiscali agevolati per attirare all’ombra della Madonnina le banche e le società finanziarie che dovranno lasciare Londra, se si concretizzerà nella maniera più pesante l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. “Abbiamo intrapreso un percorso che ci ha permesso di tradurre la nostra proposta in un disegno di legge, che prevede alcune nuove soluzioni concrete per gli investitori stranieri per la semplificazione amministrativa e in materia fiscale sia a livello nazionale che locale”, ha dichiarato Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, al convegno “Milano, Capitale europea della Finanza – Il progetto, la squadra, le idee per il dopo Brexit”, organizzato nei giorni scorsi alla Triennale di Milano, per rilanciare la corsa come erede della City.

In occasione dell’evento è stato anche presentato un sondaggio che dimostra come lo sviluppo della Milano post Brexit sia sentito anche dai cittadini. Swg ha intervistato 800 milanesi per sapere come la pensano sulle potenzialità di sviluppo della propria città che potrebbero scaturire dal divorzio tra Londra e Bruxelles. Il 75% dei milanesi auspica che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) si trasferisca nella capitale economica italiana e, più in generale, ritiene che la metropoli possa accogliere altre agenzie dell’Unione Europea oggi basate a Londra. Le ragioni? Sia per il suo ruolo di centro economico dell’Italia (49%), sia per i collegamenti della rete dei trasporti con il resto d’Europa (41%). Metà degli intervistati è convinta che il nuovo ruolo di Milano consentirebbe un accrescimento del prestigio della città a livello internazionale, la creazione di nuovi posti di lavoro (45%) e un ritorno economico significativo (36%).

Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza è tra i sostenitori della partita. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) si inserisce nella strada di sviluppo dell’industria delle Scienze della Vita che, secondo l’Associazione, è una delle prospettive per la Milano del domani e si sposa con il progetto di Human Technopole nell’ex area dell’Expo. Ma anche le migliaia di persone che traslocherebbero per seguire le grandi istituzioni finanziarie in arrivo dalla City rappresentano per la città un valore da non lasciarsi sfuggire. La competizione è agguerrita. Per l’Ema sono scese in campo città come Amsterdam, Copenhagen, Stoccolma, Varsavia e Madrid, mentre per le banche anche Parigi, Dublino e Francoforte stanno facendo profferte alla comunità finanziaria.

Per questo la Commissione Finanze ha deciso di varare uno strumento ad hoc, una legge speciale per agevolare gli investimenti su Milano. La misura dovrebbe contenere il taglio dell’Irap, la deducibilità degli interessi passivi, incentivi sul reddito di lavoro dipendente e sulle imposte di registro per l’acquisto di beni immobili, fino ad agevolazioni sulla ritenuta sui dividendi in uscita dall’Italia.

Una consulta di 130 saggi, esperti in materie economiche, politiche, fiscali e sociali hanno affiancato i deputati nella stesura del progetto di legge. A sostegno della candidatura di Milano si è creato anche un comitato di professionisti, Select Milano, che da mesi sta facendo una campagna per sollecitare la politica a non perdere il treno. “Abbiamo presentato un progetto nazionale utile per il futuro del Paese sul quale il Governo e la società civile stanno lavorando in maniera sinergica per superare le attuali debolezze – ha commentato Luigi Casero, Viceministro dell’Economia e delle Finanze -. L’associazionismo è la grande forza dell’Italia e sarà determinante per raggiungere il nostro ambizioso obiettivo anche a livello internazionale”.

Fonte "Assolombarda News"