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Trafilerie: la redditività mostra segnali positivi, ma cresce l’indebitamento
Le imprese della trafilatura nazionale hanno fatturato nel 2016 oltre 2 miliardi di euro, in contrazione del 4,3% sull’anno precedente. Cala il valore dell’export mentre aumentano le quantità importate di prodotti trafilati. L’analisi dell’intera filiera del filo d’acciaio nel convegno di Siderweb “Trafilerie: struttura ed evoluzione del settore”, in collaborazione con Camera di Commercio di Lecco, Lariodesk, Distretto Metalmeccanico Lecchese e Metal District. È la seconda tappa di Bilanci d’Acciaio, l’analisi dei risultati economico-finanziari dell’intera filiera dell’acciaio targata Siderweb


È migliorato il rapporto tra valore aggiunto e fatturato nelle trafilerie italiane nel corso del 2016, salito dal 19,6% del 2015 al 21,1%. È calato, invece, del 4,3% il giro d’affari, attestatosi a quota 2,2 miliardi di euro a fronte dei 2,3 miliardi del 2015. È quanto è emerso dai lavori del convegno “Trafilerie: struttura ed evoluzione del settore”, organizzato da Siderweb in collaborazione con Camera di Commercio di Lecco, Lariodesk, Distretto Metalmeccanico Lecchese e Metal District e ospitato dall’Auditorium “Casa dell’Economia” di Lecco. Il momento di analisi è parte del progetto Bilanci d’Acciaio, lo studio dei risultati economico-finanziari dell’intera filiera dell’acciaio targata Siderweb, presentato lo scorso 9 novembre a Milano.

«La tappa di Lecco, che ci vede al fianco della Camera di Commercio, ci obbliga a fermarci e a tracciare un “bilancio” di quello che siamo riusciti a fare, ma soprattutto - ha dichiarato Emanuele Morandi, presidente di Siderweb - di quanto ancora ci rimane da realizzare per imparare a governare le straordinarie opportunità che la tecnologia ci offre. Abbiamo assoluta necessità di investire sul nuovo che avanza, anche se il cambiamento che ci viene richiesto non è solo una questione di macchine ma un nuovo modo di pensare orientato al futuro».

«Avere a Lecco questo importante appuntamento - ha affermato Daniele Riva, presidente della Camera di commercio di Lecco - ci dà la conferma di quanto il comparto lecchese della trafila sia strategico nella filiera siderurgica italiana. Il settore metalmeccanico è la “spina dorsale” dell’economia lecchese: fornisce ben il 37,3% dell'export complessivo provinciale, con un attivo commerciale di 268,8 milioni di Euro nei primi 6 mesi del 2017. L’odierno confronto - frutto della consolidata collaborazione tra Camera di Lecco e Siderweb - offre utili strumenti conoscitivi alle MPMI del settore e l'Ente camerale conferma il proprio impegno per rafforzare le strategie di intervento a supporto dello sviluppo complessivo del sistema economico produttivo locale».

IL 2016 DELLE TRAFILERIE ITALIANE - Le trafilerie in Italia sono 185 e impiegano oltre 5.200 addetti. Oltre il 60% delle aziende ed il 70% degli addetti si trova in Lombardia, in particolare in provincia di Lecco. È un comparto molto frammentato: il 41% è costituito da micro imprese, il 40% da piccole imprese, il 18% da medie imprese; solo l’1% è rappresentato da grandi imprese. Secondo i numeri presentati da Gianfranco Tosini, membro dell’Ufficio Studi di Siderweb, nel 2016 la produzione è aumentata del 2% annuale (ma resta sotto di 20,8 punti percentuali rispetto al 2007). Le esportazioni hanno rappresentato il 27% del fatturato. In dettaglio, l’export di prodotti trafilati è diminuito del 2,2% in valore rispetto al 2015, mentre in quantità è aumentato del 5,9%. Le importazioni, invece, sono diminuite dell’1,7% in valore e cresciute dell’8,5% in quantità.

I RISULTATI ECONOMICO-FINANZIARI - L’analisi dei risultati economico-finanziari del comparto della trafilatura ha preso in considerazione i bilanci 2016 di 81 società di capitali, basandosi sulle conclusioni emerse dallo studio di Siderweb Bilanci d’Acciaio. Il giro d’affari è risultato essere in flessione rispetto al 2015, mentre è ulteriormente aumentato il valore aggiunto sul fatturato. Ha fatto un leggero progresso la redditività dell’attività industriale (l’Ebitda è cresciuto dal 7,4% all’8,2%). Tutti in miglioramento rispetto al 2014 gli indici di redditività (ROS 4%; ROA 3,6%; ROE 4,6%). È risultato in crescita dello 0,7% rispetto al 2014 anche l’utile, salendo all’1,8% del fatturato. Le aziende con oltre 50 milioni di euro di fatturato nel 2016 hanno generato il 39,5% del totale del giro d’affari del settore, contro il 32,2% delle aziende con 25-50 milioni di euro di giro d’affari ed il 28,3% delle aziende da 0-25 milioni. La redditività originata dal primo gruppo di imprese, però, è inferiore: a fronte di una quota di quasi il 40% di fatturato, l’Ebitda è del 33% (38,3% per imprese da 20-25 milioni) e l’utile è pari al 34,6% del totale (43,0% per imprese da 20-25 milioni). Inoltre, il loro indebitamento è più elevato rispetto alla media del settore ed è in aumento. «Per il 2017 - ha anticipato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb - le attese sono per un miglioramento generalizzato dei risultati del comparto, trascinato dalla buona ripresa economica nazionale».

LA FILIERA DEL FILO D’ACCIAIO - La filiera completa del filo d’acciaio è stata suddivisa, nell’analisi dell’Ufficio Studi di Siderweb, in 10 cluster: acciaierie, produttori di vergella, trafilerie, viterie, mollifici, carpenterie, macchine agricole e movimento terra, automotive, altri mezzi di trasporto e costruzioni. Considerando i bilanci 2016 di 1.200 aziende, si nota come il fatturato complessivo è stato pari a 114,6 miliardi di euro, con un incremento del 3,6% rispetto al 2015 e con cali, però, per le acciaierie (-6,4%), per i produttori di vergella (-7,1%), per le trafilerie (-3,9%) e per le viterie (-0,8%). Anche la redditività delle attività industriali migliora: il valore aggiunto della filiera cresce dell’1,8%, arrivando al 25,4% del fatturato, e l’Ebitda raggiunge il 10,0% (+1,1%). Il risultato netto è positivo, ed è pari al 2,6% del giro d’affari (+1,9%).

OUTLOOK DEI PREZZI - Se il primo semestre 2017 ha visto i prezzi delle materie prime siderurgiche rimanere stabili o declinare, dopo l’estate «la progressiva debolezza del dollaro ha innescato diffusi rialzi trainati anche dall’aumento della domanda globale e delle quotazioni del greggio». Secondo Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst di Siderweb, nel campo della siderurgia da forno elettrico, «i prezzi del rottame ferroso, pur cedendo tra il 14% e il 18% a livello europeo nel solo mese di settembre, appaiono tuttora sostenuti da un trend ascendente avviatosi all’inizio dello scorso anno». Sui prezzi del minerale di ferro (-22,6%), del coking coal (-15,3%), invece, si riflettono le attese di scorte abbondanti in grado di far fronte ai fabbisogni della filiera dell’altoforno. «Sebbene siano attese nuove correzioni - ha concluso Fornasini -, l’escalation dei metalli ferrosi e non ferrosi rischia di comprimere la redditività delle nostre imprese, dato che le dinamiche concorrenziali della metallurgia e della siderurgia difficilmente consentono di scaricare appieno gli aumenti delle materie prime sui prezzi finali».

Nelle immagini Emanuele Morandi, presidente di Siderweb in un momento del convegno.







Per informazioni: www.siderweb.com